06 Aug
LIVELLI DI ISTRUZIONE E RITORNI OCCUPAZIONALI: PUBBLICATA NUOVA INDAGINE ISTAT

Pubblicata il 17 luglio la nuova edizione dell’indagine Istat “livelli di istruzione e ritorni occupazionali”. 

Nell’edizione dell’indagine del 2023 sono emersi diversi punti importanti: 

  • Il livello di istruzione dei genitori ha un’importante ripercussione sui percorsi di studio dei propri figli. 
    Più precisamente è emerso che “quando i genitori hanno un basso livello di istruzione quasi un quarto dei giovani (24%) abbandona precocemente gli studi e poco più del 10% raggiunge il titolo terziario; se almeno un genitore è laureato, al contrario, le quote diventano rispettivamente 2% e circa 70%”.
    Un dato incoraggiante è relativo al numero sempre minore di giovani che abbandonano gli studi precocemente: nel 2023, infatti, la quota di 18-24enni con al più un titolo secondario inferiore e non più inseriti in un percorso di istruzione o formazione è pari al 10,5% in diminuzione di un punto percentuale rispetto al 2022.

  • Esiste un ampio divario territoriale in merito ai livelli di istruzione: è emerso infatti che la popolazione (25-64 anni) residente nel Mezzogiorno è meno istruita rispetto a quella del Centro-nord. È infatti presente una più elevata incidenza di giovani che abbandonano precocemente gli studi (31,4%, contro 59,6% del Centro e 57,1% del Nord).
    A ciò si associa un più basso tasso di occupazione: il tasso di occupazione dei 30-34enni nel Mezzogiorno è infatti più basso rispetto ai giovani del Nord di 19,8 punti percentuali tra i laureati (70,8%, contro 90,6%) e di 25,8 punti percentuali tra i diplomati (57,2% contro 83,0%).

  • Per l’accesso al mondo del lavoro, il diploma è considerato il livello di formazione minimo indispensabile
    “Il tasso di occupazione dei neo diplomati in Italia - passato dal 49,9% del 2021 al 56,5% del 2022 con un incremento davvero importante (+6,6 p.p.) - registra nel 2023 un’ulteriore crescita sebbene a un ritmo un po' meno sostenuto, e raggiunge il 59,7% (+3,2 p.p. rispetto al 2022)”. 
    Nonostante il diploma si riveli fondamentale per una partecipazione al mercato del lavoro, un titolo di studio superiore come il conseguimento di una laurea, presenta un vantaggio occupazionale superiore rispetto al diploma: “tra i 25-64enni, il tasso di occupazione dei laureati è 11 punti percentuali più alto di quello dei diplomati (84,3% e 73,3%, rispettivamente); il gap sale a 15,7 punti tra gli under 35 che hanno conseguito il titolo da uno a tre anni prima (75,4% e 59,7%)”.

  • Per quanto riguarda la quota di NEET (Neither in Employment nor in Education and Training) in Italia, ossia giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono più inseriti in un percorso scolastico/formativo e non sono impegnati in un’attività lavorativa, registra un ulteriore importante calo (-2,9 punti percentuali rispetto al 2022) e si attesta su un valore inferiore a quello del 2007 (18,8%).

 In sintesi dall’indagine ISTAT condotta, tra i molteplici risultati a cui si è giunti, é principalmente emerso che: l’abbandono scolastico risulta fortemente condizionato dal livello di istruzione dei genitori: se il livello di istruzione dei genitori è basso, l’incidenza degli abbandoni precoci è molto elevata; un livello di istruzione superiore come il conseguimento di una laurea, è associato ad un vantaggio occupazionale superiore rispetto ad un livello di istruzione inferiore come il diploma.

Fonte: LIVELLI DI ISTRUZIONE E RITORNI OCCUPAZIONALI (ISTAT, 2024)